Vieni nel mio altrove
dove una luna lattescente
non violi il buio
compagno silenzioso degli amanti
né sia fragorosa l’onda
ma blanda sfiori l’arenile
quasi carezza di madre premurosa.
Vieni al bivio della notte
quando lontana ancora l’alba
cede agli occhi lucenti del faro
e il mare accoglie obliqui i raggi
danzanti sulle acque
né li trattiene in fuga.
Vieni nel mio altrove
dove profondo un gorgo
ci inghiotta
tra greggi di scogli
bianchi di schiuma e di sale.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.
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