Non ti chiedo, Signore,
di farmi roccia,
ma fiume,
che dalla sorgente
tenace guadagna il suo varco
tra balze e dirupi
e scende a valle.
Se rallenta talora la corsa nelle strettoie,
non per questo si ferma,
ma procede
senza mai farsi pantano.
Non farmi roccia, Signore,
ma fiume
di fronte alla vita,
perché io possa col tempo
lasciare sugli argini ogni detrito
e scorrere libero nelle pianure
fino alla foce.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.
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